Il Comune di Fucecchio si trova sulla riva destra del fiume Arno, al confine tra la città metropolitana di Firenze e le province di Pisa, Lucca e Pistoia e vicino all'area umida del Padule di Fucecchio. Il suo territorio ricopre una superficie di 65 km², mediamente sui 25 m s.l.m.; il paese si estende in parte adagiato su di un colle, che fin dall'antichità ha preso il nome di "Poggio Salamartano”, e per la maggior parte nella zona pianeggiante che si trova alle sue pendici. Distante circa 45 chilometri da Firenze e 38 da Pisa, inserito nel Comprensorio del Cuoio, confina a nord con i comuni di Chiesina Uzzanese e di Ponte Buggianese, a est con i comuni di Larciano e Cerreto Guidi, a sud con il Comune di San Miniato e a ovest con i comuni di Santa Croce sull'Arno, di Castelfranco di Sotto e di Altopascio.
Attraverso Fucecchio transitava l'antica Via Francigena. Nel Medioevo perciò la località crebbe notevolmente in relazione al percorso che da Roma conduceva verso la Francia ed i Cammini di Santiago e viceversa. La Francigena attraversava l'intero Valdarno, da sud dell'Arno cioè da Borgo San Genesio, in direzione nord-ovest, verso Ponte a Cappiano, Altopascio, Porcari e Lucca. Nell'itinerario di Sigerico, Fucecchio rappresentava la XXIII tappa (Mansio), insieme alla vicina Ponte a Cappiano e la località era definita dall'Arcivescovo di Canterbury Arne Blanca.
Le origini di Fucecchio s'intrecciano con la storia di una delle famiglie comitali toscane più potenti del medioevo, i Conti Cadolingi, famiglia pistoiese strettamente legata all'entourage imperiale che fondò in questo luogo sia il castello di Salamarzana sia l'abbazia di San Salvatore.[5] Nell'età comunale ebbe importanza strategica in quanto territorio di frontiera nelle dispute fra Lucca e Firenze, vide le gesta e talvolta ne decise le sorti, di Castruccio Castracani. Il 14 dicembre 1330, a seguito di propria istanza, il comune di Fucecchio entrò sotto la potestà della Repubblica Fiorentina e da quella data ne seguì le sorti e i voleri, accettando tra le altre cose anche il Podestà che sarebbe stato designato dalla Signoria e furono innumerevoli gli appartenenti alle famiglie nobili più o meno conosciute, ivi compresa quella dei Donati citata in Gianni Schicchi, opera pucciniana del 1918 ma ambientata nel 1299 in cui il librettista Giovacchino Forzano s'ispira ad un passo della Divina Commedia e scrive, fantasiosamente, di un certo Simone de' Donati ex Podestà di Fucecchio. A parte l'incongruenza cronologica, i due Podestà della famiglia furono Donato (1316-1317) e Sinibaldo (1373).
Nel XIX secolo la comunità segue e partecipa alle vicende storiche risorgimentali e si esprime con una delle figure più importanti dell'epoca, Giuseppe Montanelli. Il 23 agosto 1944 le frazioni di Querce e Massarella furono tra le località colpite dall'eccidio del Padule di Fucecchio nel quale la 26ª divisione corazzata dell'esercito tedesco nazista uccise un totale di 174 civili (di cui uno solo partigiano).
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